Giancarlo Casula, ingegnere. Nato a Desulo. Vive e lavora a Cagliari. Nipote del poeta Antioco Casula Montanaru. Da una ventina d’anni fa parte della giuria del premio letterario dedicato al poeta di Desulo
Autore del libro Desula
Questo libro è stato pubblicato a fine 2014 ma in pochi anni è giunto alla quarta edizione. L’Università di Cagliari ha dedicato una giornata di studio e la presentazione del libro e così ha fatto l’Università di Firenze attraverso il compianto prof. Edoardo Blasco Ferrer .
Desula è diventato anche un cortometraggio per opera del regista milanese Andrea Pecora mietendo tutta una serie di successi. Il cortometraggio, che ha vinto il primo premio nazionale Treccani della famosa casa editrice, è arrivato secondo su settecentocinquanta cortometraggi professionali nel premio internazionale Fashion Film Festival di Milano che è uno dei più importanti al mondo. Infine ha anche ricevuto l’onore della sua pubblicazione negli Stati Uniti nel sito ufficiale della National Geographic International.
DESULA
Il libro descrive una Sardegna completamente inedita partendo da un elemento che è sempre stato poco approfondito e soprattutto non rappresentato adeguatamente: le donne.
Ho così studiato, per tanti anni, l’universo femminile del mio paese visto dall’interno e nella sua intimità. Un viaggio ermeneutico cercando di cogliere nelle vite delle protagoniste, nelle vite delle mamme e delle nonne, tutti quegli elementi illeggibili ad occhi esterni. Ne esce fuori il quadro di un mondo colto ma, al tempo stesso, discreto, quasi impenetrabile, con codici comportamentali articolati e raffinati che trovano una loro rappresentazione spettacolare proprio nei vestiti. Questi, come ho descritto in tutta la loro complessità, diventano il dialogo a distanza fra le donne. In un ambiente in cui il matriarcato e l’emancipazione femminile raggiunge un livello che non ha paragoni nel mondo, a nessuna latitudine, sara’ il rapporto sacrale fra donna e vestito che costituirà l’aspetto più profondo e significativo di questo libro. Il vestito ha, riassunti, tutti i concetti della semiotica che vanno dal segno al significato, dal simbolo alla metafora e, soprattutto il codice. Lo studio del costume ci porterà a capire segnali e concetti che vanno dall’etica alla metafisica, dagli effetti psicologici creati con i colori o, viceversa, al significato della loro totale assenza. Da equivalenze tra espressione e contenuto a segni di autosignificanza.
Il libro indaga e descrive, tra i vari racconti, le possibili origini o le parentele culturali con altri popoli. E così si va in viaggio nel tempo tra i mitici Shardana e gli antichi Cretesi, tra i Fenici ed i lucumoni dell’Etruria. E si viaggia anche nello spazio dove si trovano strane similitudini con altre genti costituite da pastori transumanti, come i berberi del Magreb oppure i Masai ed i Samburu dell’Africa nera. Si guarda anche ai popoli che vivono nei monti del Tibet, in Cina o in altri angoli della terra e si seguono le indicazioni di Antonio Gramsci. Il grande intellettuale vedeva nei Kirghisi, popolazioni di origini e lingua turca con tradizioni di pastoralismo transumante, nell’ambito delle steppe dell’Asia centrale, strane parentele con il costume di Desulo.
Sullo sfondo la lunga via della seta, che da millenni, partendo da est, attraversava mari e monti, lasciando, al suo passaggio, una scia di colori, fino a raggiungere questo sperduto angolo fra le montagne della Sardegna.
