Silvano Tagliagambe
#sinapsi_intelligenzaconnettiva #identità
“Se la parola è il ponte tra orizzonte mentale ed orizzonte reale, così è il paesaggio tra noi ed il mondo. E’, nello stesso tempo, dentro di noi e intorno a noi.” [Morelli Cepollaro. Paesaggio lingua madre]
Quando pensiamo, come usualmente si fa, allo spazio come a un insieme omogeneo in cui tutti i punti si equivalgono non teniamo conto che esso è sempre un intreccio specifico di tempi e di simboli, luogo di relazioni sempre diverse. Non è possibile avere un rapporto con l’ambiente in cui viviamo che prescinda non solo dalla percezione visiva e dallo sguardo, ma anche dal linguaggio con cui lo descriviamo e lo facciamo nostro.
In questo senso lo spazio è sempre e necessaria- mente intermedio tra ambiente interno e ambiente esterno. E’ il risultato di una trama di relazioni, che nel caso dell’ambiente nel suo complesso non sono solo di vicinanza, ma anche di prossimità socio-culturale, definibile come presenza di modelli condivisi di comportamento, fiducia reciproca, cooperazione, linguaggi e rappresentazioni comuni e comuni codici morali e cognitivi. E questa trama non è un dato da subire passivamente e al quale adattarsi, ma deve essere il risultato di uno sforzo collettivo di progettazione e di costruzione continua.
Quali sono i modi di innescare la forza innovativa di una comunità, più o meno organizzata e non necessariamente concentrata all’interno di uno spazio fisico delimitato?